N° 4
(PARTE QUARTA)
Di Carlo Monni
New York.
Oltre quella che è la sede ufficiale di rappresentanza dello S.H.I.E.L.D. la
più grande (ed unica) Agenzia di Intelligence e Sicurezza con giurisdizione
Mondiale al diretto servizio delle Nazioni Uniti, c’è un altro complesso,
ignoto al pubblico e prevalentemente sotterraneo, è qui che svolgono le vere
attività più importanti della grande agenzia ed è qui che la ragazza entra con
aria un po’ timida e spaesata.
-Venga avanti Mrs. Sterman.- dice
la voce di Nick Fury –Da quel che so di lei non dovrebbe essere così timida.-
-Sarebbe Miss Sterman.-
puntualizza lei
-Non secondo quello che è scritto
nel dossier.- ribatte Fury –Andrea Sterman, psicologa divorziata, un figlio,
sul libro paga del Governo Americano da…beh da molto no?-
Andrea,
Andie, per gli amici, si passa una mano tra i lunghi riccioli neri e si siede
aggiustandosi pudicamente la gonna.
-Infatti.- risponde –Ma non è per
parlare del mio curriculum che mi ha chiamata, vero Direttore Fury?-
-No, è per parlare di un suo
vecchio amico. Recentemente è, diciamo, ritornato alla superficie. È stato
ricoverato da noi finché non si è ripreso e ora ha bisogno del suo aiuto.-
-Di chi parlate?- chiede Andrea,
si sente nervosa, l’ultima volta che l’hanno convocata è stato per….
-Prima lasci che le presenti una
persona, una che ben conosce, per la verità…-
Una
porta si apre ed entra un uomo dai capelli e barba rossiccia
-…il Vicedirettore del F.B.S.A.[1]
Jack Norriss ed a questo punto i sospetti di Andie sono confermati.
-È un piacere rivederti Andrea.-
la saluta Norriss
-Anch’io.- risponde meccanicamente
lei -…Si tratta di Jack Monroe…Nomad, vero?-
-Infatti.-
Le
raccontano di come Jack Monroe fu rapito dagli uomini dell’A.I.M. assieme al
Capitan America degli Anni ’50 ed al Maggiore Vittoria[2]
e di come era stato salvato dalle grinfie del Teschio Rosso sull’Eliveicolo
rubato[3]
e di come fosse rimasto in coma sino a poco prima.
-…Questo è un affare interno degli
Stati Uniti e la patata bollente è passata dallo S.H.I.E.LD. a noi del F.B.S.A.- conclude Norriss –Il tuo
compito sarà di esaminare Monroe, valutarlo psicologicamente scoprire se la sua
psiche è stata sottoposta a manipolazioni mentre era prigioniero ed in ogni
caso aiutarlo a rimettersi in sesto.-
-Capisco.- risponde lei –E le
accuse che c’erano sul suo conto?-
-Il Dipartimento della Giustizia è
disposto a lasciar cadere ogni accusa, comprendendo il suo stato psichico
all’epoca…-
-A quale prezzo?-
Norriss
e Fury si scambiano un’occhiata carica di sottintesi, poi il primo parla:
-Dobbiamo fare una bella chiacchierata Andie….-
Jeff
Mace spalanca gli occhi vedendo dinanzi a se sua sorella Elizabeth nella sua
divisa di Capitano dei Marines
-Lizzie!- esclama –Cosa ci fai qui?-
-Gli Stati Uniti sono un paese libero.- risponde
lei –Venire a New York non è proibito dalla legge.-
-Volevo dire: che ci fai qui nel mio appartamento?
Come sei riuscita ad entrare?- mentre pronuncia queste parole scuote la testa
-Una sciocchezza per una col mio addestramento,
come sai molto bene.-
-Già.- borbotta lui
-Non mi dici nemmeno qualcosa tipo: “Sono felice di
rivederti. Come Stai?” e cose così.-
-Beh si, sono felice di rivederti…non capita molto
spesso Lizzie.-
-Ti prego, chiamami Elizabeth, Betty, Beth, Liz,
ma, per favore non Lizzie, non l’ho mai sopportato.-
-Come vuoi Lizzie.-
-Sei impossibile fratellino.- ribatte lei –Ti ho
visto al Telegiornale l’altro giorno, bella presenza e bell’eloquio, il nonno
sarebbe fiero di te, credimi. Immagino i commenti di mamma.-
Jeff
sorride:
-In effetti mi chiama abbastanza spesso, immagino
si preoccupi un po’, ma non voglia dirlo apertamente.-
-Beh,dimmi: com’è essere la nuova incarnazione di
una leggenda vivente?-
-Pesante, se vuoi ancora il lavoro, è tuo.-
Elizabeth
sogghigna
-Potrei prenderti in parola, sai? Ho il tuo stesso
addestramento, la tua preparazione. Mi preparo sin da bambina, lo sai Ci sarei
volentieri io al posto tuo, se papà non fosse così conservatore da escludere
categoricamente che una donna possa essere Capitan America..-
Jeff
la guarda senza parlare senza un lungo attimo, lui, pensa, ne avrebbe fatto
volentieri a meno, ma non aveva avuto scelta. No, non è proprio vero, nessuno
l’ha obbligato è solo che, sin da quando è nato, sapeva che sarebbe toccato a
lui se Steve Rogers avesse dovuto lasciare. Era troppo giovane le altre volte,
ma ora, il compito a cui era stato preparato da quando è nato è suo. Avrebbe
potuto tirarsi indietro, ma non l’ha fatto ed ora deve fare del suo meglio.
-Lo so anche troppo bene.- risponde –Beh, lasciamo
perdere, dimmi cosa fai qui piuttosto. Non credo nemmeno per un attimo che sei
qui solo per una visita.-
-Infatti.- risponde Elizabeth –Ho un incarico
ufficiale. Sai chi sono i Signori del Male, vero?-
-Certo. Non dimenticare che sono un giornalista,
signor avvocato militare.-
Uno di loro, la Tigre Volante, ha affermato di
essere un ufficiale dell’aviazione militare, disperso a Pearl Harbor nel 1941.-
-Oh no! Non dirmi che si tratta di un altro reduce
della 2° Guerra Mondiale che ha trovato il modo di restare eternamente
giovane.-
-Non sarebbe molto sorprendente per noi vero?-
ribatte lei –Beh c’è di più sai che nome dice di avere? Michael Walter Rogers.-
-Diavolo! Un parente di….?-
-Non sembra. Il Sottotenente Michael Rogers era il
maggiore di due figli di un diplomatico del Connecticut, Walter Rogers, sia lui
che il fratello Grant, all’epoca appena diciottenne, erano a Pearl Harbor il
giorno dell’attacco giapponese e vi morirono entrambi. A dir la verità il corpo
di Mike non fu mai ritrovato e questo avvalorerebbe la tesi della Tigre
Volante. Un legame con il nostro Steve Rogers c’è però. In una specie di
operazione di depistaggio, il servizio segreto militare ipnotizzò Cap per
fargli credere di essere il figlio minore dei Rogers con il nome di Steven
Grant Rogers in modo da ingannare gli interrogatori della Gestapo.-
-Un'idea molto cervellotica direi.- commenta Jeff
-Interessante, però: un supercriminale che dice aver più di ottant’anni e di
avere un collegamento con l’originale Capitan America, capisco il tuo
interesse.-
-Già., Lo vedrò domattina e spero di scoprirne di
più.-
E
qualunque sia il mistero, pensa Elizabeth, ha intenzione di svelarlo.
2.
Jim
Hammond, meglio noto come l’originale Torcia Umana, è decisamente incuriosito,
gli sembra di essere ad una di quelle classiche riunioni di ex compagni di
scuola, solo che in questo caso, si tratta di ex uomini e donne del mistero (O
Meraviglie, come le chiamò un giornalista di cui non ricorda il nome) degli
anni ’40. Alcuni non li riconosce, altri, lo capisce dal loro aspetto devono
essere i figli o nipoti degli originali. Naturalmente riconosce l’indaffarato
Roger Aubrey alias Dinamite, alias il Potente Distruttore, che chiacchiera con
Jacqueline Falsworth e con un altro giovane. Un bel gruppo, che da quel che gli
era stato detto, perseguiva due obiettivi: continuare in segreto la vecchia
battaglia e preservare il loro retaggio, se volgiamo chiamarlo così. Gli
ricordava uno dei libri che aveva letto molti anni prima: “I Quattro Giusti” di
Edgar Wallace dove un’organizzazione segreta perseguiva la giustizia al di
fuori dei classici binari della legge.
-Un uomo lo raggiunge sorridendo. È anziano e
cammina aiutandosi con un bastone.
-Torcia, che piacere vederti.- esclama –Forse non
mi riconosci, sono Fred Davis, ma forse ti ricordi di me col nome di Bucky.-
Certo
che è lui, certo sono passati più di 50 anni dall’ultima volta e lui aveva solo
18 anni, il tempo passa per tutti, tranne che per gli androidi. Come se avesse
sentito i suoi pensieri Fred continua
-Sono cambiato eh? Gli acciacchi della vecchiaia.
Non tutti siamo come te, Namor e Cap, per noi il tempo è passato.-
-Beh io…-
-Lascia stare, non mi lamento certo della mia vita,
mi sono divertito. Hai conosciuto i miei figli William e Stephanie?-
-Solo tua figlia a dire il vero.-
-Vieni, te li presento meglio e potrai conoscere
anche gli altri…..-
Harrison
Kemp osserva la lista dei Signori del Male che può portare a processo. Dei 23
imputati originari ne sono rimasti solo 17, gli altri o sono evasi o, come nel
caso di Joystick, liberata per misteriosi motivi. Sarà un caso eclatante e lui
vuole vincerlo, anche se, a volte, vorrebbe che fosse stato assegnata qualcun
altro. Ci sono sempre i misteri dell’Incappucciata e di quella Tigre Volante ed
a lui non piacciono i misteri, preferisce le soluzioni.
Il
Capitano Elizabeth Mary Mace adora i misteri invece e più sono intricati e più
si diverte. Non sa esattamente cosa si aspettasse di trovare nella sua visita
al carcere federale, quello che trova è un uomo di aspetto atletico, i capelli
tagliati corti si possono definire biondi, anche se abbondantemente spruzzati
di grigio, gli occhi sono grigi, ma quello che la colpisce di più è il volto
dell’uomo. Forse si aspettava che somigliasse a Steve Rogers, ma non è proprio
così, anche se, indubbiamente glielo ricorda. L’espressione è diversa però, più
fredda, più dura.
-Lei è l’avvocato militare?- esordisce –Non mi
aspettavo una donna.-
-Deluso Mr. Tigre Volante?- replica Elizabeth
-No affatto. Lei è anche una bella donna,
oltretutto…e presumo anche brava.-
-I complimenti non la porteranno da nessuna parte,
comunque io sono il Capitano Elizabeth Mary Mace del J.A.G. dei Marines.-
-Elizabeth?- fa lui –Mia madre si chiamava
Elizabeth, lo considero un buon presagio.-
-Continua a sostenere di essere il Sottotenente
Michael W. Rogers?-
-Io non lo sostengo, io lo sono e su questo non ci
sono dubbi.-
Elizabeth
sostiene il suo sguardo, uno sguardo che sembra cercare di scrutarla più a
fondo di quanto a lei piaccia
-Da quello che so Michael W. Rogers morì sulla
portaerei Yorktown il 7 dicembre 1941 durante l’attacco giapponese.-
-Questo è quello che dicono, ma non quello che è
vero. Non c’è mai stato un corpo da seppellire vero?-
-Questo non significa niente. Molti marinai
rimasero per sempre in fondo al mare, ciò non prova che lei è chi dice di
essere.-
-Oh, ma lo sono cara Capitano Mace, lo sono. Ho
dato il mio sangue per questo paese, ho combattuto in guerre che lei neanche
immagina, ora gli Stati Uniti devono ripagarmi e darmi aiuto se lo chiedo.-
-Perché dovrei raccomandare la sua difesa? Cosa può
darmi per convincermi?
-Le narrerò una storia, la storia di come sono
sopravissuto e di un progetto governativo segreto, la storia del Progetto
Seconda Rinascita.-
Senza
volerlo, Elizabeth spalanca la bocca.
Il
Serpente Supremo sta meditando. Dopo la sua ultima sconfitta, aveva deciso di
rivedere le sue strategie ed i Figli del Serpente gli erano sembrati una valida
alternativa, un mezzo utile per seminare il caos nella marcia società
americana. Non aveva dovuto faticare per trovare accoliti, il mito di
un’America Pura attecchiva facilmente negli animi di più persone d quanto si
pensasse. Si era lasciato trascinare dal suo odio per la figura di Capitan
America, ma il Teschio Rosso aveva ragione: l’interferenza dei supereroi era
inevitabile, non era il caso di lasciarsi prendere dall’odio, piuttosto, era il
caso di pianificare la prossima mossa ed aveva già idea di quale doveva essere
3.
-Ciao Jack ti ricordi di me?- la voce di Andie
Sterman è calma e rilassata, almeno all’apparenza, in realtà il suo cuore sta
battendo forte. L’uomo seduto dinanzi a lei le ricorda un periodo convulso
della sua vita. Certo non sembra quello che ricordava: i capelli castani, hanno
un taglio impeccabile ed è completamente rasato. Sembra più giovane di quanto
gli era sembrato. Dal dossier che ha letto a suo tempo risulta che è nato nel
1941, il 7 dicembre, data fatidica e fatale, fu posto in animazione sospesa che
ne aveva 13 e da allora sono passati otto anni giusto? È proprio il volto di un
ragazzo di 20 anni quello che la sta guardando senza parlare, senza muovere un
muscolo. Andie prova uno strano misto di sentimenti contrastanti per lui. Mentre,
gentilmente, gli parla, ripassa quanto sa di lui: Jack Monroe, , alias Bucky
III degli anni ’50, il siero del super soldato imperfetto che gli avevano
somministrato aveva danneggiato il suo equilibrio mentale facendolo sprofondare
nella paranoia totale, in cui chiunque fosse diverso dal prototipo del bianco,
anglosassone, protestante, era un nemico. Dopo il suo risveglio furono
necessari anni di terapie psicologiche e farmacologiche per ripristinare la sua
sanità mentale, ma i demoni di Jack erano solo sopiti e spinto da una serie di
eventi traumatici, cedette ancora una volta: Nomad divenne un vigilante
spietato e privo di limiti. Alla fine accettò di farsi ancora mettere in
animazione sospesa come alternativa ad un processo ed al carcere e lì fu dimenticato…sinora..
-Ti aiuterò, Jack, te lo prometto.- mormora Andie
tra se
Lui
muove gli occhi, poi, d’improvviso, pronuncia il suo nome…
-Andrea..-
e
poi un’altra frase:
-Dov’è Bucky?-
Sam
Wilson guarda fuori dalla finestra del suo ufficio, osserva la sua Harlem, il
quartiere dov’è cresciuto e pensa a suo padre, il Reverendo Battista Paul
Wilson. Sarebbe orgoglioso di lui se fosse qui? Soddisfatto del lavoro che sia
come Sam, Wilson assistente sociale che come Falcon, supereroe fa per ripulire
il quartiere dai criminali e togliere i ragazzi dalla strada. Vorrebbe essere
in grado di fare di più. A volte gli sembra di essersi assunto un compito
impossibile, ma come avrebbero detto sia suo padre, che il suo vecchio amico
Steve Rogers: quando un uomo fa del suo meglio, nessuno può chiedergli di più,
nemmeno lui stesso. Pensare a Steve gli ricorda l’impegno che ha preso per
pranzo. Sorride, sarà una rimpatriata divertente., pensa.
Il
tuo nome è Capitan America, continui a ripetertelo sperando di convincertene.
Non basta un costume o una tradizione di famiglia per fare un eroe e tu non sei
affatto convinto di esserlo. Era il sogno di tuo nonno e di tuo padre, non il
tuo. E allora perché non ti sei tirato indietro? Perché sei qui adesso? Perché
hai infilato il costume ed hai iniziato a saltare per i tetti? Cosa vuoi
veramente?
-Capitan America!-
Dietro
di te, due uomini con le tradizionali uniformi dello S.H.I.E.L.D.
-Il Colonnello Fury vuole vederti.- dice uno di
loro
-E se io non volessi vederlo?- ribatti
I
due si guardano silenziosi e quasi ti viene da ridere, beh perché rimandare il
confronto?
-Andiamo!- dici.
Nick
Fury ti guarda con lo sguardo benevolo di un istruttore dei Marines dopo il tuo
quarto sbaglio in esercitazione, ma tu sostieni lo sguardo.
-Benvenuto soldato!- ti dice –Forse ti chiederai
perché ti ho fatto venire qui, vero?
-In effetti, colonnello, il pensiero mi era
venuto.- rispondi
-Fai il sarcastico eh? Beh con me non attacca. Uno
dei miei migliori agenti se n’è andato, perché voleva avere delle risposte da
te e non ho potuto nemmeno dirle che sapevo dove trovarti in ogni momento.-
Deglutisci,
dunque Fury sa chi sei, beh non è poi così sorprendente, dopotutto, non è
divenuto il direttore della più grande agenzia spionistica del globo per
niente.
-Personalmente devo ancora decidere se sei
all’altezza di Rogers oppure no, ma ti lascio il beneficio del dubbio. Il tuo
predecessore aveva una felice tradizione di collaborazione con noi e spero che
non ti rifiuterai di darci una mano.-
-Io non lavoro per nessuno colonnello...- rispondi
-…ma se le serve aiuto, io non sono solito tirarmi indietro.-
-Ben detto ragazzo, avrei un lavoretto che fa
proprio per te se..
Improvvisamente
Fury viene interrotto da un agente
-Signore guardi il notiziario!-
Fury
si collega immediatamente
<<Qui Megan McLaren per il notiziario
W.O.S.B. …un vero e proprio raid dei Figli del Serpente nel quartiere dei
diamanti contro i gioiellieri ebrei…la polizia sta inviando squadre speciali,
ma l’intera area è messa a ferro e fuoco. Questa è la prima azione in grande
stile del gruppo da quando….>>
-Ma bene! Borbotta Fury –Che stanno combinando i
supertipi in questa crisi?-
-I Vendicatori sono spariti in Central Park
signore…-[4]
risponde pronto l’agente -…i Fantastici Quattro sono ancora..ehm..dispersi,[5]
la sede di WorldWatch all’O.N.U. è misteriosamente isolata,[6]
nessuno sa dove siano l’Uomo Ragno[7]
o Devil[8]-
-Grazie per il riassunto Anders. Ne hai dimenticato
qualcuno?-
-Io…uhm…non saprei signore.!-
Fury
sogghigna e guarda verso di te, tu ti limiti a dire
-Potrei avere un passaggio?-
Quando
ha udito la notizia, Sam era appena uscito dall’ufficio. Addio pranzo, pensa,
quei fanatici vestiti di verde meritano la mia attenzione immediata, lei
capirà…spero
I
Figli del Serpente sono impegnati nella loro personale versione della “Notte
dei Cristalli” di hitleriana memoria. Il loro credo è semplice: via gli
stranieri dall’America e nella definizione di straniero rientra chiunque non
sia compreso nella definizione di Bianco, anglosassone, protestante, poco
importa che la sua famiglia viva in questo paese da intere generazioni e
secoli, è un nemico e deve essere distrutto. I passanti non hanno saputo
opporsi allo scempio e perché avrebbero dovuto? Era forse affare loro? I pochi
che hanno provato ad abbozzare una reazione sono stati abbattuti senza rimorsi,
quindi perché rischiare la vita per affari che non ti riguardano?
Ecco,
però, dall’alto, arrivare un uomo che respinge questo modo di vedere le cose,
un uomo per cui ogni altro essere umano merita di essere difeso, per cui ogni
volta che un essere umano esercita violenza e sopraffazione verso un altro, è
un dovere intervenire e difendere i più deboli. Un uomo per cui non esistono
razze, colori, credi religiosi migliori di altri, un uomo che è Capitan
America!
Pochi
minuti gli sono bastati per rintuzzare gli attacchi ed abbattere il maggior
numero di avversari possibile, ma nemmeno lui può essere dappertutto e quando
uno di Figli punta il suo bastone a raggi contro la sua schiena, potrebbe
essere spacciato, se, dall’alto, un uomo volante non sferrasse un calcio
all’uomo.
-Salve partner, non sono arrivato tardi, vedo.-
-Falcon!- esclama Cap –Sei un balsamo per questi
stanchi occhi.-
-Mi sembra che te la stessi cavando benissimo anche
da solo…attento!-
Cap
evita l’assalto di un Figlio del Serpente e ribatte al suo colpo. Uno dopo
l’altro gli avversari cadono sotto il contrattacco dei due eroi in costume.
Falcon nota con piacere come il ragazzo sia all’altezza del compito che si è
assunto. Certo, ha bisogno ancora di un po’ di allenamento, ma Steve dovrebbe
essere fiero di lui, ne è convinto.
Alla
fine anche l’’ultimo figlio del Serpente è a terra e, quando nel giro di pochi
minuti la polizia interviene a sgomberare la zona, rimangono solo le rovine ed
i feriti innocenti, Cap si guarda intorno e scuote la testa.
-So cosa stai pensando.- gli dice Falcon –Io sono
cresciuto con gente che pensava che quelli come me fossero inferiori solo per
il colore della mia pelle. Ancor oggi, nonostante sia un rispettato supereroe
molti diffidano di me e, se sono in borghese, non importa che abbai un abito
firmato, c’è sempre gente che passa sull’altro marciapiede quando mi vede
venire verso di loro.-
-Non è giusto!-
-Il mondo non è giusto ragazzo. I pazzi come quelli
o come i Cani da Guardia o qualsiasi altro tipo di fanatici sono una razza dura
a morire e bisogna essere pronti ad opporsi al loro perverso credo….Wow sembro
un certo tizio di nostra conoscenza.-
Falcon
sorride amaro e Cap capisce cosa deve fare, tutto è chiaro per lui adesso. Con
passo deciso si avvicina alla postazione dei giornalisti e con voce stentorea
dice:
-Signori ho una dichiarazione da fare!-
Nick
Fury sta esaminando una notizia appena giunta: terroristi arabi hanno invaso
l’Ambasciata Americana in Murtakesh prendendo in ostaggio la delegazione per la
pace tra Murtakesh e Halwan. Tra i prigionieri c’è anche Jeffrey William Mace,
il Capo delegazione Americano. Non crede che il ragazzo lo sappia o sarebbe già
partito, capita, quando il proprio padre è in pericolo…Un momento: è lui quello
in TV?
-Ehm…Americani, molti di voi avranno sentito
parlare di me: sono quello che i giornali hanno chiamato il nuovo Capitan
America. Ho esitato a lungo, lo confesso, prima di espormi pubblicamente, ma
gli eventi di oggi mi hanno convinto che è necessario. Il nostro paese ha
subito molte tragedie, anche recentemente, ma si è sempre rialzato. Alcuni
vorrebbero approfittare di questo momento per attizzare il fuoco dell’odio
verso coloro che non la pensano come loro. Vogliono mettere il bianco contro il
nero, il cristiano contro l’ebreo od il musulmano, l’eterosessuale contro
l’omosessuale. Non era quello che i Padri Fondatori pensavano. Ricordate queste
parole? “…consideriamo di per se evidenti queste verità: che tutti gli uomini
sono stati creati uguali”. Ogni volta che in questo paese o altrove questa
semplice verità verrà ignorata o disattesa, io sarò lì per riaffermarla. Un
uomo buono disse molti anni fa: “Io ho un sogno…” un sogno di pace e di armonia
fra gli uomini di ogni credo e razza che gli costò la vita, ucciso da coloro
che temevano quel sogno. Un altro uomo onesto di quegli anni disse: “Non
chiederti cosa il tuo paese può fare per te, ma cosa tu puoi fare per il tuo
paese”. Anche lui e suo fratello furono uccisi, ma se puoi uccidere gli uomini,
non puoi uccidere le idee ed io sono qui per dire a tutti che io sono qui per
difendere quelle idee, le idee per cui i nostri nonni hanno dato la vita sui
campi di battaglia della Seconda Guerra Mondiale, per cui le generazioni
seguenti hanno combattuto in altri modi, nonostante le difficoltà, le
sconfitte, le frustrazioni. Gli uomini possono morire, le idee rimangono…come
Capitan America. Chiunque sia l’uomo sotto la maschera, combatterà sempre
perché i deboli non debbano cedere ai forti, senza rispondere a nessun altro
potere se non a quello della sua coscienza. Capitan America non è il simbolo di
un governo o di una fazione e lui…io sarò sempre pronto a combattere la giusta
battaglia, come hanno sempre fatto coloro che mi hanno preceduto in questo
ruolo e di cui spero di essere all’altezza. Ed ora, prima di lasciarvi
americani ed americane, un ultimo messaggio. Serpente Supremo, se mi stai
osservando sappi che io e te non abbiamo ancora finito, finora mi sono limitato
a reagire ai tuoi attacchi, ma d’ora in poi le cose cambieranno. Le tue idee
malate non prevarranno, io distruggerò la tua organizzazione, troverò i tuoi
covi, arresterò i tuoi uomini e non importa quanto ci vorrà, ti troverò e porrò
fine alla tua campagna di terrore. Io sono Capitan America e questa è la mia
promessa!-
Il
Serpente Supremo spacca lo schermo televisivo
.-Maledetto Capitan America, non m’importa chi sei,
ti distruggerò.Ti distruggerò, mi hai capito?-.
Dal
suo rifugio segreto il Teschio Rosso sogghigna, non aveva certo pensato che la
sua faida con Capitan America sarebbe finita con la battaglia dell’eliveicolo.
Questo nuovo Cap sembra determinato quanto Rogers, già Rogers, che fine ha
fatto? E se è lui quello sepolto a d Arlington, che ne è dell’altro? O
forse…saprà presto la risposta ne è certo. Si rilassa sulla poltrona e spinge
un pulsante, nell’aria si diffonde la musica della Marcia Funebre di Chopin.
Lizzie Mace sorride. E
bravo il fratellino, pensa, non avrei fatto di meglio.
A Boston Dorothy Mace
guarda suo figlio alla TV e pensa al marito nei guai in Murtakesh, la sua non è
una famiglia tranquilla, ma è la sua famiglia e ne è fiera.
Steve Rogers spegne la
TV. Il ragazzo si sta comportando bene, pensa. È il degno erede di tutti coloro
che hanno portato il nome di Capitan America.
FINE
NOTE DELL’AUTORE
Che dire? Solo che spero
che siate soddisfatti di questo ciclo appena concluso del nuovo Capitan
America. Non ci sono molte cose da dire su questo episodio, se non che le frasi
citate da Cap nel suo discorso sono estratte nell’ordine: dal Preambolo della
Costituzione degli Stati Uniti e da famosi discorsi di Martin Luther King e
John Fitzgerald Kennedy
Nel prossimo episodio. Parte la più ambiziosa saga di
Capitan America da me scritta: “Sognatori americani”, non mancate
Carlo
[1] Federal Bureau of Superhuman Affairs (Ufficio Federale Affari Superumani)
[2] In U.S.Agent #3 e 4
[3] Capitan America & U.S.Agent 2002
[4] Come visto in Vendicatori MIT #12
[5] Per gli eventi di Fantastici Quattro MIT #6/8
[6] Per motivi che vi saranno chiari in WorldWatch #12
[7]Ad Orlando in Florida come mostrato in Uomo Ragno #26
[8] Impegnato a lottare per la vita in Devil #13